domenica 17 luglio 2011

Un inizio non è mai un inizio.

In quelle notti da stomaco sottosopra era un andirivieni di femminelle facili facili da scannare. Ma presto o tardi si fa largo il mattino e il vociare al buio lascia spazio alle contrattazioni giornaliere. Eccoci arrivati al primo capolinea!, esclamò con stupore stantìo, completamente solo sul ciglio dello stradone grigio, frugando al contempo nei bassifondi con la mano destra per spulciarsi il cannolo. Di mammiferi ubriachi e impolverati ne stazionavano parecchi in quel pub perduto nel nulla ultraperiferico della metropoli. In fondo, mancavano ancora pochi istanti al tracollo e al conseguente caos delle carrozze stramoderne pronte a ingoiare la calma piatta e tutti i beoni della zona. Tempo addietro aveva calpestato il freddo suolo del West End, rettangoli e rettangoli e cartacce svolazzanti, quando in pochi passeggiano per vie che non sono affatto buone per passeggiare e le gonnelline fresche dell'estate se le tolgono con leggiadria le segretarie troie e le colleghe segretarie troie a Dubay o in un nuovissimo resort a Dubay, perché o si è America o si è Dubay e se non ti offrono un lavoro a Disneyworld devi trovarti un altro Disneyworld. Ora l'atmosfera era più rustica, nulla a che vedere coi bottoni fasulli delle generazioni in carriera laggiù nel West End, niente soldati e soldatesse che si sbranano a colpi di mazze di carne nelle larghe vagine o in un paio di strettine appena sbarcate. E che dire dei sorrisi!!! Conosceva alcuni dei segreti sputtanati col dilatarsi delle stagioni, sapeva che lo sperma è bene che finisca o in faccia o in gola o sui suoi piedi e lui stavolta lo leccherà via, siamo società da smantellare e rivendere a pezzi, è che devo rifarmi le braccia, smonto quelle vecchie e mi compro pure l'anima se è compresa nel prezzo, pagherò col culo se è contante o in un qualsiasi altro modo se sono vacca a mezzo servizio. Non stava più nella pelle, un po' malattia, un po' demenza senile, un po' fiera lucitidà da ottuso, deciso più che mai a rivederla al bancone bella come milioni di anni prima, bella come sempre, come se nel mare non si fossero mai e poi mai inabissati gli amori di una vita, come se le ossa non fossero ridotte in polvere e dalle bocche degli umani uscissero soltanto fiori e poesie e alte sventolassero bandiere senza sangue raggrumato. Così spinse la porta a molle ed entrò. I fumi leggeri di quell'universo protetto lo sopresero piacevolmente per almeno una manciata di secondi. Lì dentro viveva, intoccabile nei secoli, il delirio del mondo. Da diverse angolature cadevano sullo stradone diversi ciuffi dagli alberi, alcuni uscivano dagli spazi delle inferriate arrugginite a difesa di proprietà abbandonate dalle famiglie che le abitavano, quei pochi con un po' di grana non intendevano vivere in un quartiere febbricitante e maldestro, negro, pakistano, romeno, russo, lituano e spolverato di biondiccio, il biondiccio inglese messo al muro dalla supremazia ormonale degli stranieri. I riccastri preferivano continuare a fottere il culo delle adolescenti più acerbe nella serenità delle prigioni a loro tanto gradite, con lo striscione "Conservative" sulla facciata del grande pub nascosto nelle zone private. Un paio di avvinazzati con la panza e dalla gola di ferro marcio contestavano ogni regola al bancone, i loro figli lontani non si vedevano da anni e una delle mogli, bum!, sparita di colpo a sessant'anni, a quell'età si è ancora in tempo per seguire un coetaneo messo meglio là sotto, di sicuro uno scopatore con un bel bestio non irrimediabilmente invecchiato. Lui se ne fregava delle mogli e dei figli, da morto specialmente i figli non è che si possono fare e poi della vita s'era stufato, delle guerre mancate e di quelle perdute non ci si stanca mai, è della vita che a un certo punto non ne puoi più, insolente e bugiarda e assolutamente non necessaria, la puttana. Chiese una pinta che non facesse poi tanto male e lo chiese a tettine innamorate, una stronzetta dal muso che si scioglie al primo battito di cuore e un petto bianco e burroso, si parla di una terza a coppa di champagne, una vera rarità. Tettine innamorate, proprietà di quello coi chiodi in testa e il cazzo giusto, mister galera più di una volta per stupide risse tra eroi dei giorni nostri. Non una scura, stavolta. Soprendere non fu mai il suo mestiere. Non lo fu neppure stavolta. Tettine innamorate non lo guardava mai, prendeva gli spicci con un delicato nervosismo, perché tettine innamorate tiene gli occhi fissi sul suo stolto e lei che se lo spupazza e se lo crede 'grande'. Tettine innamorate si limita a sganciare la cassa con un colpetto della manina. Tu per lei non esisti.