giovedì 5 maggio 2011

E' cosa buona e giusta

La sua piccola nuca, tenera di ninne nanne, continua a tenermi lontano dalla guerra. Io nel sonno la accarezzo, io nel sonno le canto piano piano il bello di tutte le nostre illusioni. Sante illusioni, che mi tengono ubriaco a sufficienza per non sentire lo stupido vociare quotidiano... La sua piccola nuca, il suo segno immodificabile, lo scrigno che custodisce il libro magico, sudicio di peccati e puro di resurrezione. Pagina dopo pagina, lettera dopo lettera, errore dopo errore, tutto si compie, anche ciò che nasce incompiuto. Un amore sbranato per fame, o per paura di non vederlo più, per sentirlo almeno nelle viscere. La beatitudine animale, perfetta e immorale. La sua piccola nuca. Il nostro amore in mezzo al mondo, tra la gente che non verrà a sapere di noi due. Il nostro amore sbilenco e stupefacente, come solo il grande amore sa essere. Qui, nella prigione dove ci si crede liberi, attendo che la notte si faccia viva. E' di notte che certe ferite risplendono e sono quel che sono, è di notte che di tanto in tanto si trova l'angolo buono, al riparo dalle vostre certezze, quelle là fuori, per stare insieme alla verità, tu e la verità, entrambi disarmati. Perché la morte, quando la vita si sfalda per sempre, è cosa buona e giusta. "Che morte non voler più morire".