Mi domando a cosa serve riordinare la propria vita quando si diventa vecchi. Porta solo dolore e rancore, ma l'uomo è un animale che riesce a rendere poesia anche i ricordi più infami. E anche i più inutili. Cazzo, ci tocca afferrare la Morte per il bavero prima che sia Lei a farlo con noi e ciò fa sì che dalle esistenze più meschine vengano fuori dei veri e propri capolavori, anche se stracolmi di cacca. Un insulto cantato nella neve con le mutande giù, ovviamente smerdate e ingiallite di piscio, o un cazzotto in bocca dato a una donna anni prima possono vivere da un'altra parte, mirabilmente staccati dalla nostra morale, dalle nostre regole ed eccezioni, agganciati senza giudizio al nostro immenso dolore. Sporcarsi per poi ritrovarsi in vecchiaia a pagare le colpe accumulate non è abbastanza. C'è bisogno di redenzione e pure di un'altra presa per il culo. Come andare finalmente a confessarsi dal prete, sbattergli in faccia l'orrendo curriculum ed annunciare d'esser di nuovo pronti a peccare con una tremenda scoreggia nel freddo silenzio della chiesa. Del resto, anche Dio si diverte alle nostre spalle. E quaggiù ci vendichiamo come possiamo: costruendo con saggezza e demolendo con ottusità (e viceversa). Detto questo, continuo a sviluppare il mio personalissimo modo di odiare. Il che vuol dire che mi hai fottuto alla grande, amore mio.