George Lane. La favola agrodolce dell'Essex. Personaggi inventati, eppure reali. Vetri rotti e pesantissimi make up sono solo alcuni ingredienti di quest'incubo. Qualcuno ce l'ha a morte con l'Arte e con la religione degli Addominali. I vecchi inglesi dal dialetto arroventato e con i capillari rotti non sopportano gli indiani e gli stranieri tutti, ma così ha deciso il Dio Mercato. Il juke-box s'è spento prima che potessi vendicarmi a modo mio, "Creep" è rimasta un colpo in canna. Da vero creep, da vero sfigato sfibro ancora un po' le viscere prima di archiviare l'ennesima sconfitta. Non c'è musica per me e le sue gambe non sfiorano le mie. Prendi e porta a casa. Una pattuglia non fa rumore al semaforo, passa silenziosamente a intermittenza senza disturbare le creature dello zoo e poi scivola nel buio, superando polli fritti e ragazze strafatte che blaterano insostenibili idiozie. Non ce la fanno a camminare sui tacchi alti senza ridurre lo stile a una bestemmia inaudita. Tre pattuglie incazzate non riporteranno in vita l'eventuale cadavere. Il faccione di George è sempre lì che prende per il culo circo e circensi.