martedì 6 aprile 2010

Vola

Ti sapevo fin dentro le viscere. Ti respiravo, ammiravo il tuo aspetto imperioso, signorile, dolcissimo. Adesso sei ferita e sfregiata, ma resti sempre la più bella. L'Aquila mia, ero lontano quando quel mostro voleva ucciderti per sempre. Non ci è riuscito. Si è portato via le persone, le case, le strade, le chiese. Per questo lo maledirò in eterno. Anch'io devo essere maledetto. Perché ero lontano e lontano sono rimasto.

L'Aquila mia, io non ti merito.
Hai ancora le tue ali. Sai come si vola.
Nessuno lo sa fare meglio di te.
Vola, amore mio bellissimo. Vola.