Sono vivo, ma non esisto lo stesso. Qualche riga per questo 2010 appena iniziato. La Terra trema. Il sangue di questo secolo, o millennio se si guarda l'oblio da una diversa prospettiva, ribolle come in certi momenti della Storia, gigante del quale non riesco ad occuparmi seriamente. Mi preoccupa la temperatura del sangue. Mi provoca. Sento che l'aria si sta incendiando molto rapidamente e forse per via della (a volte ignobile) velocità a cui troppo spesso siamo costretti, poveri scemi, non riusciamo a coglierne i tratti mostruosi. Frasi fatte. Nomi, cose, città. Haiti, Craxi e le strade da intitolargli, la crisi economica, Balotelli, le rivolte degli immigrati a Rosarno, in Calabria. Non c'è più posto per l'uomo. Il pedofilo, l'indifferente, lo scopatore folle, il grande giornalista, il negro. Tutti impantanati nell'insufficienza del ruolo. Tutti singoli personaggi rinchiusi nella fatua libertà di un partito, che non è soltanto politico, anzi. Ormai il mio è solo uno scialbo delirio. Resterò incatenato come chiunque al mondo. Consapevolmente?