giovedì 30 dicembre 2010
Buon anno
Di fronte alla violenza che cresce a dismisura, che si riproduce ad ogni respiro. Di fronte alla normalità del delitto, del delitto più sottile che si trasforma in devastazione e tiene tutti in pugno nella città costruita per annientare le scimmie scervellate che la abitano. Per non udire mai più il rumore stridulo e angosciante della loro festa, quell'odioso vociare che si impadronisce dei corpi e delle mura e divora le poche anime rimaste a difendere la luna. La loro fame da lupi neri colmi di gioia di vivere e di amore da sporcare. Il loro esistere, il loro persistere nel nome di un'infezione ormai voluta, pretesa, brandita come una spada o una siringa, o un boccale di malessere che mortifica la sete di una donna mancata, di una femmina perduta. Questi muscoli che appassiscono crescendo. Questa forza sovrumana, l'Arte dei migliori che dal loro osceno pulpito puntano il dito contro i mediocri. Questi falsari che sanno come far battere le mani ai militanti. Gli irrecuperabili schiavi con le ali, i loro nomi e cognomi e soprannomi da spettacolo da quattro soldi costosissimi. Gli uomini maiuscoli e l'insolente, disonesta, putrida bellezza che ti ha piazzato in prima fila e in prima serata, al centro dell'arena. Quella bava disumana lungo il sacro sentiero del tuo corpo, l'ultima chiesa che accoglie i derelitti come me. L'ultima spiaggia d'inverno. L'ultimo inverno prima dell'eterna estate. Prima di scioglierti nel loro miserabile intruglio. Nella loro perfida, melmosa libertà. Alla tua salute, mio diamante di spirito e carne. Buon anno, amore mio.